Se lo Stato abdica alle sue funzioni: interrogazione di Francesco Nucara al ministro Maroni

"Dico no ai giustizieri della notte"

Interrogazione a risposta immediata in Aula al Ministro dell'Interno Maroni presentata dall'on. Francesco Nucara, 18 marzo 2009.

Premesso che:

con decreto legge il Governo ha dato il via libera alle cosiddette "ronde" o "volontari per la sicurezza" con il compito di tutelare la sicurezza dei cittadini, segnalando alle forze dell'ordine situazioni di reato e tentativi di violenze;

in uno stato di diritto sono le forze dell'ordine incaricate di garantire la libertà e la sicurezza dei cittadini;

ogni cittadino è obbligato a segnalare agli organi preposti ogni tipo di reato e di violenza di cui è a conoscenza.

Per sapere:

se con queste norme lo Stato non abbia abdicato ad una delle sue funzioni essenziali delegando ad associazioni, che anche se regolarmente costituite e munite di regole scritte, compiti strettamente connesse alle attività delle forze dell'ordine;

se non si rischia di creare un precedente pericoloso per cui oggi si va a caccia di violentatori e criminali e domani contro chi la pensa diversamente da noi;

se in tal modo non si accentua ulteriormente la distanza tra Nord del Paese e Sud, dove sicuramente non ci sarebbe spazio per nessuna di queste associazioni, in quanto il territorio risulta già ampiamente controllato dalla criminalità organizzata che taglieggia tutti i giorni onesti cittadini, commercianti ed imprenditori onesti.

Risposta di Roberto Maroni. Onorevole Nucara, quelli che lei chiama i giustizieri della notte ci sono oggi, ci sono già in centinaia di città, di comuni, di paesi e svolgono questa attività, questa azione in modo non controllato, in modo assolutamente autonomo e senza regole.

Noi vogliamo intervenire proprio per regolare la partecipazione volontaria dei cittadini alla sicurezza, attuando il principio della sicurezza partecipata. È un esperimento che abbiamo già iniziato lo scorso anno dando ai sindaci poteri di ordinanza: questa regola funziona e penso che sia utile consentire ai cittadini che lo vogliono fare liberamente di partecipare, secondo certe regole ben precise, al presidio e al controllo del territorio.

Questo è lo spirito del decreto-legge e, non appena sarà approvato, emanerò il decreto attuativo. Sarà previsto l'obbligo della formazione, ovviamente questi cittadini non potranno girare armati, saranno iscritti in registri tenuti e controllati dalla prefettura e questi servizi - che oggi vengono fatti casualmente, senza nessun controllo (la cosiddetta "ronda fai da te") - saranno organizzati, controllati e gestiti dai sindaci.

Credo che questo sia un modo giusto, che ripercorre un po' la strada che venne seguita all'epoca con i volontari del soccorso che affiancarono il Corpo nazionale dei vigili del fuoco. Anche allora ci fu una grande polemica: ma come, i cittadini? Devono essere i vigili del fuoco a fare quello che fanno! Oggi, mi pare che nessuno mette in discussione l'utilità dei volontari del soccorso accanto ai professionisti del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.

Peraltro, ci siamo ispirati - e ci ispiriamo - anche a esperienze e a buone prassi che sono state sviluppate in questi anni da alcuni comuni, come lei ha citato, e in particolare da una regione che ci ha preceduto nella regolamentazione di queste attività, la regione Emilia-Romagna, che ha regolamentato questa attività - l'utilizzazione di associazioni a fianco delle forze dell'ordine - con una legge regionale del 2003, che ha istituito e regolamentato proprio i pattugliamenti di cittadini sul territorio.

Sono buone pratiche che vanno nel senso giusto e l'attuazione della norma contenuta nel decreto-legge antistupri va esattamente in questa direzione: migliorare e accentuare il controllo del territorio per dare maggiore sicurezza ai cittadini.

Replica di Nucara. Signor Ministro, oggettivamente, che il Ministro dell'interno dica che esistono i giustizieri della notte non è molto confortante per questo Paese. Ci dovrebbero pensare i carabinieri, la polizia, la guardia di finanza, ossia quelle che genericamente chiamiamo le forze dell'ordine, ad evitare che esistano i giustizieri della notte.

Lei, inoltre, mi cita come esempio, come modello, la regione Emilia Romagna: ma la regione Emilia Romagna è stata governata dai comunisti dal 1946 fino a oggi. Non è un buon esempio per lei e per me che faccio parte di questa maggioranza, perché il modello che adotta l'Emilia Romagna è quello sovietico.

Signor Ministro, le ripropongo il problema dell'istituto Giovanni XXIII di Serra d'Aiello, che non era presente nel testo dell'interrogazione scritta, perché è grave. I cittadini di Serra d'Aiello, a parte le truffe, sanno che là dentro quindici persone sono scomparse e non se ne ha più traccia (i giornali ne hanno riportano nomi e cognomi); quindici persone sono morte non si sa per quale motivo.

I cittadini di quel comune dicono: non possiamo parlare perché abbiamo paura; questo aspetto allora diventa un suo problema, non del Ministero della sanità. Si faccia fare dal prefetto di Cosenza una relazione. A me non interessa se quell'istituto sanitario è gestito dalla curia vescovile di Cosenza. I farabutti sono tali sia se hanno la tonaca sia se non ce l'hanno!

Io sono un laico vero, stimo e apprezzo, quindi, il lavoro che fanno i religiosi, ma se rubano, se fanno scomparire la gente, se girano con le Harley Davidson acquistate con i soldi dei contribuenti calabresi, forse è un problema di ordine pubblico e non più di malasanità. In Calabria, ormai, si muore più per la malasanità che per la criminalità. Forse un intervento del Governo in questo senso mi pare necessario e doveroso. Ovviamente ritornerò sull'argomento. Signor Ministro, si faccia fare una relazione dal prefetto. Forse con un'interrogazione scritta più compiuta sul caso, lei, con la sua cortesia, avrà modo e possibilità di rispondermi compiutamente su questo problema.